Poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. (Os 6,6)
כִּ֛י חֶ֥סֶד חָפַ֖צְתִּי וְלֹא־זָ֑בַח וְדַ֥עַת אֱלֹהִ֖ים מֵעֹלֹֽות׃
Quia caritatem volo et non sacrificium, et scientiam Dei plus quam holocausta.
Conoscenza (דַּעַת daʽat), deriva dalla radice jdʽ, che significa “conoscere”, “sapere”, “scienza”, “dottrina” ma anche “riflessione”, “sperimentare”, capire” e perfino, come eufemismo, “rapporto sessuale” . Nella traduzione greca dei Settanta, la radice jd’ è tradotta con molti termini, il che indica il suo uso molto ampio.
Nei libri sapienziali dell’Antico Testamento, “conoscenza” (דַּעַת daʽat) significa saggezza ed è attributo di un uomo saggio. L’odierna Liturgia della Parola inizia con l’appello del profeta Osea: “Conosciamo il Signore! Affrettiamoci a conoscerLo…” (Os 6,3-6). La radice jdʽ forma un’inclusione in questo passaggio, perché nell’ultima frase sentiamo: “Voglio l’amore, non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”, e queste sono le stesse parole di Dio che esprimono il Suo desiderio. L’espressione dell’«amore» che Dio vuole da noi è «conoscenza». Non possiamo amare ciò che non conosciamo, ma è vero anche il viceversa, come dice Gregorio Magno “amoris ipse notitia est” – l’amore è la via della conoscenza, perciò Osea ci chiama: “affrettiamoci a conoscere il Signore”. Riconoscere l’amore di Dio suscita in cambio il mio amore per Dio e il desiderio di conoscerlo meglio.
Nel Vangelo di Matteo, Gesù cita il profeta Osea, inviando gli scribi che lo attaccano a riflettere sulle sue parole: “Desidero l’amore, non il sacrificio…”. Essi contestano il fatto che Gesù abbia mangiato con pubblicani e peccatori, che, secondo loro, dovrebbero essere evitati. Ma Gesù è lo stesso Dio che si è rivelato a Israele dopo aver attraversato il Mar Rosso come אֲנִי יְהוָה רֹפְאֶךָ (ʼǎnî YHWH rōքeḵā) – Occorre conoscere il Signore. “Io sono il Signore tuo medico” (Es 15,26). Gesù è venuto come medico per coloro che hanno bisogno di guarigione, e vuole che comprendiamo ciò che sembra ragionevole che: “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate e cercate di capire…”.