E in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che, nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio. (Ps 68,11)
חַיָּתְךָ֥ יָֽשְׁבוּ־בָ֑הּ תָּ֤כִ֥ין בְּטוֹבָתְךָ֖ לֶעָנִ֣י אֱלֹהִֽים׃
Animalia tua habitabant in ea, parasti in bonitate tua pauperi, Deus.
Misero (עָנִי ʽānî) è un aggettivo che in ebraico deriva dalla radice ʽānâ e significa infelice, povero, misero, umile. Indica, quindi, un’esperienza umana che è l’opposto di certezza, felicità, forza, superiorità. Molto spesso nell’Antico Testamento è intercambiabile con ānāw, che significa anche povero, ma ha sfumature di significato leggermente diverse. Nella traduzione greca di LXX, troviamo un vocabolario molto ricco di abbassamento e umiliazione, che riflette molte sfumature di significato dell’ebraico עָנִי (ʽānî), come: umile, povero, bisognoso, mite, mansueto.
Nella liturgia odierna, nel Salmo responsoriale compare l’aggettivo עָנִי (ʽānî): “Tu ristori il misero con i tuoi benefici, o Dio (Sal 68,11). In altri testi delle letture odierne è presente un vocabolario greco appartenente allo stesso gruppo semantico. Nel Libro del Siracide: “Figlio, conduci i tuoi affari con mansuetudine (πραΰτης prautes)” e “più sei grande, tanto più umilia te stesso” (ταπεινόω tapeinoō, 3,17-18); come nel Vangelo secondo Luca: “Chi si esalta sarà umiliato(ταπεινόω tapeinoō), e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11). È come se questo brano evangelico fosse il commento di Gesù al pensiero espresso dal Siracide, il quale afferma che “ per la malattia del superbo non c’è rimedio”. Tuttavia, Gesù conclude la sua riflessione rivolgendosi al fariseo che lo ha invitato alla festa, invitandolo ad agire altruisticamente, senza aspettarsi un ritorno immediato, ma “il contraccambio nella risurrezione dei giusti”. Sembra paradossale la felicità di invitare chi non ha niente con cui ripagarlo.
Sia il Siracide che Gesù vanno oltre gli ovvi profitti umani e i sistemi di avanzamento e indicano la dimensione nascosta delle nostre relazioni umane di cui dobbiamo tenere conto. Nelle nostre relazioni non siamo due, ma tre, perché in esse partecipa anche YHWH – Adonaj. Come dice il Siracide: “Grande è la potenza del Signore, Egli riceve gloria dagli umili”.
