Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. (Sal 90,12)
לִמְנֹ֣ות יָ֭מֵינוּ כֵּ֣ן הוֹדַ֑ע וְ֝נָבִ֗א לְבַ֣ב חָכְמָֽה׃
Dinumerare dies nostros sic doce nos, ut inducamus cor ad sapientiam.
Contare (מנה mānā), in ebraico questa radice significa anche fare un censimento, misurare, calcolare, reclutare,destinare, e da essa deriva il sostantivo che significa una parte, una porzione.
Nella liturgia odierna, la parola compare nel Salmo responsoriale (Sal 90,12), nella preghiera del salmista perché Dio gli insegni a contare. La traduzione LXX usa per tradurre מנה (mānā) il verbo ἐξ-αριθμέω (eks-arithmeō), che significa anche contare e da cui deriva il sostantivo greco arithmos – cifra. Nella traduzione italiana del frammento evangelico di oggi (Lc 14,25-33) troviamo anche il verbo contare nella sapiente parabola di Gesù sulla questione del calcolo delle spese, prima dell’inizio della costruzione della torre… . L’Evangelista usa, però, un altro verbo greco che è psēphizō, il quale significa qualcosa di più del semplice conteggio, perché include anche la riflessione sul conteggio: significa calcolare, calcolare se le risorse che abbiamo sono sufficienti per realizzare il progetto.
Va notato che nella parabola di Gesù il conteggio si riferisce all’aritmetica in senso stretto, ma la parabola stessa non si riferisce ad essa, ma alla necessità di calcolare, nell’accezione di “considerare”, “propria croce” nella sequela di Gesù. Allo stesso modo, il Salmista non chiede a Dio di insegnargli semplicemente l’aritmetica, ma di insegnargli a “contare i giorni”, il loro valore finito, per acquisire la “sapienza del cuore”. Ci vuole davvero la “sapienza del cuore” per saper valutare il valore dei giorni che passano come “il sonno mattutino, come l’erba che cresce: al mattino verde e fiorita, la sera appassisce e disecca” in relazione a Dio, per il quale mille anni sono come “il giorno di ieri che è passato”. In questo contesto, vale la pena ritornare alla prima lettura, dal Libro della Sapienza (9, 13-18), e rileggerla per scoprire se vale la pena affidare totalmente a Dio la propria vita, insieme a tutto ciò che essa comporta.
