Montagna (הַר har)

Montagna (הַר har) in ebraico significa qualsiasi grande elevazione del terreno. Nella Bibbia ha un significato non solo geografico ma anche teologico come luogo di incontro con Dio. Il monte Sinai, o Oreb e Sion, sono inseparabili da Dio. Sul monte Sinai, Dio stipulò un patto tra Dio e Israele (Esodo 1,24).

Nella prima lettura di oggi (1 Re 19), Dio chiama il profeta Elia a salire sul monte (הַר har) e stare davanti al Signore. Va notato che Elia si rifugiò in una grotta sul monte Oreb quando Dio lo chiamò. Ne uscì solo quando, dopo il violento temporale, il terremoto e il fuoco che era divampato, ci fu pace e sentì il mormorio di una leggera brezza evocata dalla presenza di Dio. Poi udì la voce del Signore, che lo mandò in missione proprio là da dove era scappato per paura di coloro che cercavano la sua vita. La montagna, luogo solitario, è simbolo della preghiera e dello stare alla presenza di Dio. Elia, dopo aver incontrato Dio sul monte, scese dal monte trasformato e pieno della forza del Signore, necessaria per compiere la sua missione.

Nel Vangelo di oggi (Mt 14, 22-33), il Signore Gesù congeda tutti, folle e discepoli, e sale lui solo sul monte a pregare. Al mattino torna dai discepoli, camminando sulle onde agitate dalla burrasca. L’esperienza di Pietro, che vuole camminare sulle acque come Gesù, ci dice che questo richiede non tanto coraggio quanto la fede. Il mare è simbolo del male e camminarci sopra significa dominarlo. Gesù ne ha il potere e la nostra fede in Lui ci dà il potere di dominare il male, bisogna, però, tenere lo sguardo fisso su Gesù e non lasciarsi distrarre dai venti contrari.