La Parola

Custodire (שָׁמַר šāmar)

Perché tu tema il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. (Dt 6,2)

לְמַ֨עַן תִּירָ֜א אֶת־יְהוָ֣ה אֱלֹהֶ֗יךָ לִ֠שְׁמֹר אֶת־כָּל־חֻקֹּתָ֣יו וּמִצְוֹתָיו֮ אֲשֶׁ֣ר אָנֹכִ֣י מְצַוֶּךָ֒ אַתָּה֙ וּבִנְךָ֣ וּבֶן־בִּנְךָ֔ כֹּ֖ל יְמֵ֣י חַיֶּ֑יךָ וּלְמַ֖עַן יַאֲרִכֻ֥ן יָמֶֽיךָ׃

ἵνα φοβῆσθε κύριον τὸν θεὸν ὑμῶν φυλάσσεσθαι πάντα τὰ δικαιώματα αὐτοῦ καὶ τὰς ἐντολὰς αὐτοῦ, ὅσας ἐγὼ ἐντέλλομαί σοι σήμερον, σὺ καὶ οἱ υἱοί σου καὶ οἱ υἱοὶ τῶν υἱῶν σου πάσας τὰς ἡμέρας τῆς ζωῆς σου, ἵνα μακροημερεύσητε.

ut timeas Dominum Deum tuum et custodias omnia praecepta et mandata eius, quae ego praecipio tibi et filiis ac nepotibus tuis, cunctis diebus vitae tuae, ut prolongentur dies tui.

Custodire (שָׁמַר šāmar), in ebraico la radice šmr significa “proteggere”, “accudire”, “prendersi cura”, “custodire”, “vegliare”, “sorvegliare”, “osservare”, “fare qualcosa accuratamente, fedelmente”. Nell’Antico Testamento, questo verbo è molto caro alla tradizione deutoronomistica e ai testi da essa dipendenti.

La prima lettura di oggi proviene proprio da tale tradizione (Dt 6,2-6) e questo verbo ritorna due volte in pochi versetti: “Temerai il Signore tuo Dio, osservando (שָׁמַר šāmar) tutti i suoi precetti e le sue leggi… Obbedisci, o Israele, e osserva diligentemente (שָׁמַר šāmar)”. Vale la pena notare che questo verbo ha una gamma molto ricca di significati, che conferisce profondità e bellezza al testo ebraico. La traduzione italiana di questo verbo nella lettura di oggi è “osservare” i precetti della Legge. Gli altri significati che il verbo racchiude gettano, però, una bella luce su questo invito divino a osservare i comandamenti e mostrano che, in fondo, non si tratta semplicemente di osservare le leggi, ma di “custodire” la Parola del Signore, proprio come si custodiscono le piante coltivandole. Infatti, il verbo “custodire” (שָׁמַר šāmar), ricorre anche in Gen 2 quando l’autore dice che Dio pose l’uomo nell’Eden per lavorarvi e coltivarlo/custodirlo (שָׁמַר šāmar). 

Osservare i comandi di Dio non significa meritare una buona relazione con Lui, ma è l’espressione di una relazione profonda. La consapevolezza dell’amore di Dio e che è l’unico Signore deve motivare Israele a custodire e a coltivare la sua Parola. Gesù, nel Vangelo di oggi (Mc 12,28b-34), conferma che il più importante dei comandamenti è custodire e coltivare la nostra relazione con Dio e con gli altri. 

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