E molti segni e prodigi eran fatti fra il popolo per le mani degli apostoli; e tutti di pari consentimento si ritrovavano sotto il portico di Salomone. (At 5,12)
Διὰ δὲ τῶν χειρῶν τῶν ἀποστόλων ἐγίνετο σημεῖα καὶ τέρατα πολλὰ ἐν τῷ λαῷ. καὶ ἦσαν ὁμοθυμαδὸν ἅπαντες ἐν τῇ στοᾷ Σολομῶντος.
Per manus autem Apostolorum fiebant signa, et prodigia multa in plebe. Et erant unanimiter omnes in porticu Salomonis.
Segno (אוֹת ʼôṯ), è un termine ebraico che indica un oggetto, un fatto o un evento in cui si dovrebbe riconoscere o percepire intuitivamente qualcosa di credibile. In questo caso, non è il veicolo del significato a essere importante, ma il significato stesso indicato dal segno. אוֹת è usato in vari campi come la creazione, la storia e il culto. L’aspetto più importante del segno (אוֹת ʼôṯ), non è il suo carattere straordinario e sensazionale. La sua funzione è quella di impartire conoscenze o incoraggiare un atteggiamento. I segni compiuti da Mosè, ad esempio, avevano lo scopo di confermare e legittimare la sua missione proveniente da Dio.
Nelle letture odierne della Liturgia di S. Messa non troviamo il testo ebraico, ma i testi greci di At 5,12-16 e Gv 20,19-31. In entrambi appare la parola greca σημεῖον (sēmeion), che [ la traduzione dell’ebraico אוֹת ʼôṯ. Gli At parlano di segni e di prodigi che furono fatti in mezzo al popolo per mano degli Apostoli, e Giovanni parla dei segni che Gesù compì alla presenza dei discepoli. L’evangelista Giovanni aggiunge anche lo scopo per cui furono riferiti questi segni: “Questi (i segni) sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome”. Nel brano odierno, Giovanni racconta l’incontro del Signore risorto con i discepoli. Cosa fa Gesù? Fa qualche nuovo segno? No. Mostra semplicemente ai discepoli i segni dei chiodi sulle mani e sui piedi, e per Tommaso la ferita al costato, perché possa riconoscerlo e credergli… Ecco a cosa servono i segni che Gesù ci insegna a trovare e leggere. Essi possono accrescere la nostra fiducia in Lui.
La parola ebraica אוֹת [ʼôṯ] significa segno/segno/miracolo. Nel contesto biblico, si riferisce a un fenomeno soprannaturale che conferma la presenza di Dio o l’intervento divino. La parola deriva dal verbo אוֹת [‘ôṯ], che significa: accettare/permettere. L’equivalente greco è σημεῖον [sēmeion].
