Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. (J 14,26)
ὁ δὲ παράκλητος, τὸ πνεῦμα τὸ ἅγιον, ὃ πέμψει ὁ πατὴρ ἐν τῷ ὀνόματί μου, ἐκεῖνος ὑμᾶς διδάξει πάντα καὶ ὑπομνήσει ὑμᾶς πάντα ἃ εἶπον ὑμῖν ἐγώ.
Paraclitus autem, Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit omnia et suggeret vobis omnia, quae dixi vobis.
Spirito (רוּחַ rûaḥ) – significa l’atto di “soffiare” o “respirare”. Di conseguenza, può significare un respiro come segno di vita e di forza di vita: qualcuno può respirare, può anche prendere fiato, cioè essere sollevato. Nell’Antico e nel Nuovo Testamento, questo è un importante termine teologico ed è usato in modi diversi in diversi testi ed epoche.
Lo Spirito, non lo puoi toccare, ma puoi “ascoltare la sua voce” o “sentire la sua presenza”, senza sapere “da dove viene e dove va” (Gv 3,8). Agisce sempre attraverso una persona, prendendone possesso e trasformandola. Rûaḥ può anche essere un’espressione della coscienza umana, che a volte è sopraffatta da una forza esterna. Nell’Antico Testamento, lo Spirito di Dio non si rivela ancora come persona, ma come forza di Dio, capace di trasformare una persona e di renderla capace di fare cose straordinarie. Il suo scopo è quello di rafforzare il popolo d’Israele nella sua vocazione, in modo che possa diventare partner nella sua relazione con Dio.
Nell’AT troviamo anche l’idea di un’effusione universale di spirito profetico, che scaturisce probabilmente dal discorso del profeta Geremia sulla Nuova Alleanza (Ger 31, 31-34). Essa si baserà sulla conoscenza di YHWH e sull’obbedienza: “Metterò la mia legge nell’intimo del loro essere e la scriverò nel loro cuore. Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo» (v. 33). Allo stesso modo, il profeta Ezechiele dice: “Darò loro un solo cuore e porterò in loro uno spirito nuovo. Toglierò dalla loro carne un cuore di pietra e darò loro un cuore di carne» (Ez 11,19).
