Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. (Isa 35,1)
יְשֻׂשׂ֥וּם מִדְבָּ֖ר וְצִיָּ֑ה וְתָגֵ֧ל עֲרָבָ֛ה וְתִפְרַ֖ח כַּחֲבַצָּֽלֶת׃
Lætabitur deserta et invia, et exultabit solitudo, et florebit quasi lilium.
Il deserto è un elemento permanente della topografia della Terra Santa. A parte l’aspetto naturale di un simile spazio, vale la pena coglierne il significato spirituale. Etimologicamente questa parola deriva dalla parola דָּבַר [ḏâḇar], che significa parola, evento, materia. In questo senso si suggerisce che il deserto non sia completamente vuoto. È piuttosto un luogo di parola, di conversione. Oggi il deserto diventa luogo di gioia che sgorga dalla fonte vivificante della benedizione di Dio. In questo modo il deserto cessa di essere sinistro e minaccioso. Il profeta Isaia vuole usare tali immagini per portare conforto ai cuori degli Israeliti tormentati dal tempo della schiavitù.
